Prendiamo i seguenti ingredienti:
Mai andato a lezione.
Mai suonato una batteria fino a 16 anni.
Non sa leggere la musica.
Mai avuto una band di rilievo o fatto un tour.
Nato e cresciuto in Sudafrica da una famiglia senza musicisti.
È ovvio che un ragazzo con un profilo del genere non potrebbe mai diventare una star mondiale della batteria.
Cobus Potgieter non solo è una star del web, ma ha già pubblicato 2 DVD, è endorser di diversi brand ed è uno dei batteristi più conosciuti su Youtube. I suoi video infatti hanno più di 240 milioni di visualizzazioni.
Se siete dei batteristi frequentatori della piattaforma video più famosa (come chiunque suoni la batteria), non potete non averlo mai visto. Impossibile.
Cobus (diminutivo di Jacobus) nasce nel 1986 in Sudafrica, infanzia tranquilla in una famiglia normalissima, senza musicisti. Un giorno, nella chiesa del suo paese, vede una band locale ed il batterista invita chiunque lo voglia ad esibirsi in un semplice 4/4. Lui accetta questo sfida-gioco, sale sul palco, suona per pochi minuti e da quel momento è rapito. Non riuscirà più a pensare a nient’altro che non sia una batteria.
La batteria diventa la sua ossessione
Non avere nessun musicista in famiglia, avere sedici anni e neanche un soldo non facilitano la cosa e Cobus deve aspettare l’anno successivo, quando con i soldi risparmiati riesce ad acquistare il suo primo drumset.
Si appassiona alla musica e come ogni sedicenne dei primi anni 2000 quello che ascolta sono band del punk-rock contemporaneo come i Fenix TX, i Sum 41 ed i Blink 182 di Travis Barker. Innamorarsi del modo di suonare di Travis Barker è facile per un ragazzino agli esordi, così si appassiona talmente tanto che lo ascolta in modo compulsivo ed impara a suonare le canzoni dei Blink totalmente ad orecchio, non sapendo leggere la musica.
Imparare questo approccio molto ad orecchio, anche se apparentemente semplice e di minor pregio rispetto a leggere una partitura, richiede un’ottima dose di memoria e di orecchio, specialmente se fatto da un ragazzo che non ha mai preso una lezione ed è totalmente autodidatta.
Le prime band locali non hanno il successo sperato e Cobus inizia ad interessarsi alle tecniche di registrazione audio/video, compresa la microfonazione, il mixaggio ed il montaggio video. Anche in questo caso fa tutto da autodidatta, spinto dalla passione per una piattaforma chiamata Youtube, che in quegli anni, soprattutto in Sudafrica non era molto diffusa.
Tutto ciò che gli serve è su internet e fruibile per chiunque gratuitamente: Altri batteristi, tutorial, forum, discussioni, attrezzature…
L’idea di poter condividere qualcosa gratuitamente ed in maniera semplice, che potesse essere visto da tutti i ragazzi del mondo con una semplice connessione internet, gli era sembrato straordinario.
Da ragazzo estremamente timido ed introverso, Cobus ha trovato in Youtube un modo per esibirsi e farsi vedere da un pubblico senza lasciare mai i luoghi che lo facevano sentire tranquillo. Grazie solamente ad una videocamera.
Nel 2006 Cobus Potgieter fa il suo esordio su Youtube, pubblicando un video chiamato “Quick Drum Solo” (qui sotto) registrato nella chiesa del suo paese, ottenendo subito un ottimo riscontro di pubblico. Nonostante suoni la batteria da solamente 4 anni, i suoi progressi sono sorprendenti ed il suo talento è subito visibile.
Il seguito è noto a tutti, si appassiona alle cover e suona, registra e pubblica una lunga serie di cover, spiegando successivamente anche che quello che faceva era suonare sopra la canzone originale lasciando ovviamente la batteria che usava come click.
Successivamente, in post produzione lavorava sul mix tagliando le frequenze sotto i 150 – 160Hz e sopra i 15 – 16.000Hz per togliere la grancassa ed i piatti originali e far risaltare i suoi.
Idea semplice, forse non “professionale”, ma molto molto efficace.
Inizia a pubblicare le cover ed il successo è subito travolgente, basti pensare che ad oggi le cover dei brani degli Avenger Sevenfold superano le 10 milioni di visualizzazioni ognuna, ma ce ne sono moltissimi altri oltre il milione. Le visualizzazioni quindi schizzano subito in alto, così come i complimenti (e purtroppo anche le molte critiche).
Coverizza tutto ciò che gli piace lasciando perdere le mode del momento ed attirando così anche qualche critica. Si difende sempre con la stessa motivazione: “faccio quello che mi piace” e tira dritto per la sua strada.
Il momento è particolare e Cobus anche in questo caso tira fuori il coniglio dal cilindro. Nel 2009 si autoproduce un DVD con consigli su come registrare una batteria, mixarla, girare dei video e montarli. Questo DVD (Cobus Potgieter: The DVD) è tutt’ora in vendita sul suo sito.
L’anno successivo inizia una serie di collaborazioni con artisti anche europei ed inizia a fare delle drum-clinic spinto e finanziato dalle aziende che lo ingaggiano come endorser.
La sua esperienza continua e continuano i DVD pubblicati anche grazie a raccolte crowdfunding. Continuano i video che produce e carica sul suo canale Youtube che ad oggi conta più di 800.000 iscritti.
Oggi Cobus usa batterie DW Performance Series, piatti Sabian, Pelli Evans (G1 sui toms, HAZY 300 sul rullante ed EQ3 sulla cassa), bacchette ProMark Cobus Potgieter Signature 5B. Molto altro riguardo la sua strumentazione lo trovate direttamente sul suo sito.
La sua attività continua sia su Youtube che con collaborazioni con vari artisti, colonne sonore e soprattutto con produzioni di DVD e metodi di studio incentrati sull’imparare a suonare completamente a orecchio, senza leggere la musica. Proprio come è successo a lui.
La genialità di un ragazzo di quell’età va aldilà della tecnica batteristica e tutti i ragazzi di oggi, vittime compulsive dell’acquisto e della tecnica dovrebbero prendere nota.
Cobus, impara da solo a suonare, a registrare, a mixare, a montare un video e lo fa tralasciando molte cose inutili, scegliendo sempre quello che potesse dare la precedenza al risultato (oltretutto buono), rispetto alla forma. La sua tecnica e le sue registrazioni, pur essendo “fatte in casa” avevano tutto quello che serviva per essere presentate al mondo intero, facendo risparmiare tempo prezioso e presentandolo al grande pubblico.
In quel momento storico, con la crescita vertiginosa di Youtube e l’ingresso di molti batteristi, aspettare qualche anno in più, magari per affinare la tecnica musicale o di produzione avrebbe potuto significare l’oblio per lui.
Tanto di cappello a chi si mette in gioco e non ha paura dei (pre)giudizi e delle critiche, spesso feroci. A chi arriva prima, a chi intuisce, a chi pur senza propensioni compositive o un tocco riconoscibile, riesce a ricavarsi il proprio spazio con costanza, impegno e convinzione.
Di batteristi migliori probabilmente ce ne sono molti, ma la lezione che ci insegna questo ragazzo del Sudafrica è stata e deve essere ispirazione per molti di noi che vorremmo ricavare dalla musica qualche soddisfazione in più del semplice concerto sotto casa.
“Better done than perfect” è il mio motto e lui lo rispecchia alla grande.
Bravo Cobus.
A presto.
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