L’hardware è il termine che racchiude tutte le meccaniche, che siano esse aste della batteria o pedali. Il loro scopo principale è di reggere piatti, toms, timpani e di permettere il suono della cassa e dell’hi-hat.
Le aste possono essere di varia grandezza (diametro), generalmente hanno una base formata da un treppiedi e due o tre tubi telescopici. All’estremità del tubo superiore vi è montato un meccanismo regolabile che ospita il piatto. L’asta dritta si regola in altezza e permette solamente di regolare l’inclinazione del piatto.
Se si vuole avere maggiori regolazioni e libertà di movimento si ricorre all’asta a giraffa, che mantiene tutte le caratteristiche dell’asta dritta aggiungendo la possibilità di avvicinare a piacimento il patto all’interno del drumset. Solitamente un po’ più costosa dell’asta singola a parità di diametro è comunque molto semplice trovarle a poche decine di euro.
Delle aste per i piatti e di come si montano i piatti ne abbiamo parlato in dettaglio in quest’altro post.
Il reggi-rullante, come dice il nome stesso sostiene il rullante. Formato da un treppiede e con una regolazione dell’altezza, all’estremità ha tre bracci dove si alloggia il rullante. I bracci sono richiudibili e regolabili a seconda della grandezza. A parte i modelli più economici, solitamente permette la regolazione dell’inclinazione, attraverso vari metodi, o ruote dentate o sfere.
Il mio consiglio è di non prendere il supporto più economico, in quanto un reggi-rullante non stabile potrebbe crearvi dei problemi mentre suonate. Se ne trovano moltissimi davvero buoni spendendo poche decine di euro. Valutate anche l’acquisto di un usato, questi supporti se tenuti bene sono immortali e possono durare moltissimi anni.
Tra le aste della batteria, l’asta dell’ hi–hat è la più complessa dal punto di vista costruttivo e serve per alloggiare i due piatti e muoverli tramite il piede. Queste aste possono essere di varie dimensioni e con diversi tipi di regolazioni. Le più economiche permettono solo la regolazione dell’altezza, mentre i modelli più professionali permettono di regolare la fluidità, l’inclinazione dei piatti e delle gambe, permettendo così l’accostamento del doppio pedale. A questo scopo alcuni produttori al posto del solito treppiede ne fanno solamente due, in modo da avere più libertà di movimento.
“l’utilizzo del charleston è molto sottovalutato dai principianti,
è incredibile quante cose si possono fare imparando ad usarlo”
Grazie a un meccanismo a pedale che permette all’esecutore di sollevare il piatto superiore dal piatto inferiore separandoli, le sfumature sonore che si possono ottenere sono molteplici. Quando si raggiunge un livello un po’ più avanzato, avere una buona asta per l’hi-hat consente di poter “giocare” e sperimentare delle sonorità che vanno al di la delle classiche posizioni “aperto-chiuso“, ma si possono avere tutte le sfumature intermedie e persino utilizzare l’effetto foot-splashes, che si ottiene facendo colpire i due piatti fra loro con il pedale e sollevando subito il piede, lasciando i piatti liberi di vibrare.
Sull’asta del charleston si posizionano due piatti contrapposti, quello inferiore è chiamato bottom, solitamente più pesante mentre quello superiore top, solitamente più leggero. Naturalmente oggi si usa accoppiare anche due bottom o due top, addirittura alcune marche famose vendono coppie di piatti per il charleston provenienti da due serie differenti.
Il supporto del charleston che tiene il piatto superiore, può creare delle difficoltà la prima volta che viene utilizzato. Si svita il dado inferiore, si toglie uno dei due feltrini e si inserisce il piatto con la concavità rivolta verso il basso. Si rimettono poi il feltrino ed il dado e si infila il tutto nell’asta.
A questo punto si preme il pedale un po’, diciamo intorno ai 3-4 cm e si gira la chiavetta a farfalla fino a fissarla all’asticella. Ora si può lasciare il pedale e la coppia di piatti risulterà staccata tra loro. Ora giocando con la pressione del piede e colpendo la coppia di piatti con le bacchette si possono ottenere infinite sfumature di suono.
Non fa propriamente parte delle aste della batteria, ma il pedale della grancassa è quello che come già abbiamo visto nella pagina della storia, ha fatto nascere la batteria moderna. E’ costituito da una piastra dove si appoggia il piede, collegata ad una cinghia o catena che attraverso una barra inserita in dei cuscinetti muove il battente che colpisce la pelle.
I tipi di pedale sono davvero moltissimi e molto diversi tra loro. Si trovano con catena singola, doppia, cinghia o a trazione diretta, si trovano con diversi tipi di piastra e con o senza base.
I battenti allo stesso modo possono essere diversi come forma e materiale a seconda del suono che vogliamo ottenere. Principalmente si distinguono per la durezza, troveremo quindi i battenti in feltro o anche persino una simil-lana per generi che necessitano un suono molto “morbido” come il jazz, fino ad andare verso quelli di feltro duro, legno o plastica.
Più il battente è duro e maggiore sarà l’attacco.
Le regolazioni che possiamo fare ormai sono molte, variando l’intensità, la corsa ed il bilanciamento. Moltissimo pedali hanno le molle che possono essere regolate. La durezza della molla è molto soggettiva, in base alla forza con la quale viene usato il pedale ed alla risposta che si cerca, si possono tirare o meno le molle. Il mio consiglio, come sempre è fare le variazioni e provare, fino a quando non si avrà raggiunto il feeling giusto.
Due parole anche sul tipo di trazione, cioè su quella parte che permette di trasmettere il movimento della piastra al battente.
Come accennato prima esistono vari tipi di trazione, cioè la cinghia, la catena singola, la catena doppia e la trazione diretta.
La cinghia è una semplice striscia di materiale che offre come vantaggio un’ottima fluidità e per contro un’usura maggiore delle altre.
La trazione a catena è probabilmente la più diffusa ed unisce fluidità a robustezza.
La prima a favore della catena singola, la seconda a favore della doppia catena.
Per generi dove c’è bisogno di potenza ed estrema precisione quali il metal, si usa la trazione diretta, che permette di eliminare i giochi e l’usura degli altri tipi di trazione. Non dimentichiamoci che il leggendario Speed King della Ludwig del 1909 era a trazione diretta!
Per chi inizia, un pedale standard di fascia media, sarà sicuramente più che buono ed i prezzi vanno da poche decine di euro fino a svariate centinaia. La cosa più importante è il feeling con il piede, indipendentemente dalle regolazioni che si possono fare.
“i primi doppi pedali risalgono agli anni ’80”
Dagli anni ’80 esiste una variante, che è il doppio pedale. Esso è formato da un singolo pedale che viene collegato ad un altro tramite un’asta di metallo che ne consente il posizionamento vicino all’hi-hat. In questo modo è possibile suonare la cassa sia con il piede destro che con quello sinistro, aumentando notevolmente le possibilità di incastri e velocità.
Come per le batterie ed a differenza delle aste, prima di acquistare un pedale per la cassa, consigliamo vivamente di provarlo in modo da capire quale sia il più adatto alle nostre esigenze. il brand sarà anche (forse) importante, ma il feeling ancora di più. Non fatevi ingannare dai grandi batteristi che usano le marche ed i modelli più blasonati e costosi, personalmente ho suonato e posseggo un paio di pedali da poche decine di euro con i quali mi trovo benissimo e che non hanno niente da invidiare ai top di gamma.
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