L’immagina parla chiaro, in questo post voglio parlare della cordiera del rullante.
La cordiera è una delle parti della batteria che vengono meno considerate da chi inizia a suonare e non ha molta esperienza. In realtà essa è un elemento fondamentale, basti pensare che senza la cordiera il rullante suonerebbe come un qualsiasi altro tom da 14″ poco profondo.
Spesso viene percepita anche con un certo fastidio, soprattutto quando si sente quel fruscio caratteristico mentre suonano gli altri strumenti ed allora si va li con la mano a cercare di “stoppare” il suono o peggio ancora si ricorre a nastri adesivi e fazzoletti.
Prima di agire è meglio capire alcune cose.
Vado per gradi, una domanda alla volta:
Poche descrizioni sarebbero più esplicative del buon vecchio e caro Wikipedia:
La cordiera è composta da una serie di spirali metalliche, dette “fili” (in numero di venti nei modelli più comuni), messe in tensione da una macchinetta tendicordiera. Le spirali corrono parallele fra loro lungo il diametro del tamburo, e vengono messe a contatto della pelle risonante con una tensione che può essere regolata, ovvero aumentata e diminuita per mezzo di un’apposita vite (di solito azionata da un pomello o da una rotella). All’aumento della tensione della cordiera corrisponde una riduzione, in durata, della vibrazione della stessa: il suono sarà quindi più breve e secco.
Una leva sulla macchinetta permette anche lo sgancio della cordiera, allontanando la stessa dalla pelle e annullandone quindi l’effetto sul suono. Questo è utile [….] poiché, a volte, si preferisce il rullante “senza cordiera” oppure quando, suonando con le bacchette o con altri battenti, si vogliono ottenere sonorità e timbri diversi.
Infatti “sganciando” la cordiera avremo quello che è il vero suono del rullante, cioè dell’accoppiata fusto-pelle.
Questo è molto importante. Quello è il VERO SUONO del rullante. Sono molte poche le persone che quando vanno a comprare un rullante ascoltano anche il suono senza cordiera, ma dovrebbe essere sempre fatto in quanto una cordiera se non ti piace la puoi sempre cambiare, ma il fusto rimarrà sempre quello.
Le cordiere si differenziano principalmente per:
Le cordiere più larghe, a differenza di quelle con meno fili, hanno più volume e sono molto più sensibili. Ovviamente questo potrebbe causare dei problemi nel controllo del fruscio, soprattutto quando viene suonato il primo tom. Ad alcuni questo non da fastidio, anche perché tende ad essere spesso nascosto dagli altri strumenti, ad altri invece questa caratteristica non piace affatto. Dipende molto dal genere suonato, dai volumi, dal fatto di utilizzare o meno le spazzole, dalla tensione e dal modello pelle risonante.
Esistono anche alcuni tipi di cordiera che hanno uno spazio vuoto al centro. Quel tipo di cordiera garantisce un suono più pieno e secco rispetto a quelle standard.
Le cordiere maggiormente usate sono quelle da 20 fili. Ultimamente anche le 16 fili si trovano spesso montate di serie. Diminuire il numero di fili ci permette di avere meno sensibilità, ma in compenso ci consente anche di ridurre molto il rischio di fruscii indesiderati.
Lo snare-bed è una variante importante. Cosa è lo snare bed? È quella rientranza sotto al rullante creata con lo scopo di “accogliere” la cordiera”.
Avere un rullante con uno snare-bed stretto e montarci una cordiera da 42 fili non è la scelta migliore, in quanto questa cordiera non avrà la capacità di suonare al meglio delle sue possibilità.
Ovviamente se invece si ha uno snare-bed largo, sarà possibile montarci sia una cordiera da 42 fili che una più stretta. Entrambe faranno il proprio lavoro senza problemi.
Per questo motivo è importante conoscere bene il proprio rullante (basta smontare la pelle risonante e vedere la dimensione dello snare-bed e quindi a quale cordiera è più adatto), prima di acquistarne una nuova.
Le cordiere più comuni sono fatte di acciaio o di un mix acciaio/carbonio. Queste ultime garantiscono un suono più brillante e “frizzante“. Esistono anche delle cordiere fatte di budello sintetico, meno comuni e con un suono molto meno brillante.
Alcuni utilizzano il budello sintetico per diminuire un po’ il volume quando suonano in piccoli locali. Personalmente la ritengo una soluzione un po’ scomoda (cambiare la cordiera a seconda dei locali) e non snaturerei troppo il rullante per esigenze di volume.
Importante è anche la placchetta che regge la cordiera ed il modo in cui è fatta. La sua forma in relazione a come fa appoggiare la cordiera sulla pelle è importante. Una con la base piatta aderisce molto meglio rispetto ad un’altra più lavorata.
La spiralatura dei fili, detta anche “arricciatura” influisce sul volume e su quanto il suono è articolato.
Maggiore sarà la spiralatura del filo e quindi maggiore sarà il volume. A farne le spese sarà la qualità del suono che viene descritto come meno articolato.
Più spirali = Più volume
Francamente io mi concentrerei sul volume in quanto la complessità del suono è un fattore molto soggettivo e dire che una molla più arricciata ha un suono meno articolato può essere fonte di discussione.
Le fascette (o Strip) sono solitamente più affidabili dei cavetti (personale esperienza ed opinione), sia in termini di tenuta della tensione che di resistenza. Resta il fatto che se si rompono i cordini, si può rimediare al volo abbastanza facilmente, mentre trovare una fascetta può non essere semplicissimo. Per fortuna molte placche consentono l’uso di entrambi i sistemi.
Il discorso è semplice ed ovvio: Più sarà grande la cordiera e più il suono del rullante sarà influenzato da essa. Meno cordiera (cordiera con pochi fili), e quello che esce è molto più fedele al suono del tamburo (combinazione dei legni, cerchi e delle pelli).
Se si mette una cordiera con molti fili il suono del tamburo non varia, ma variano le sue sfumature, varia quello che è il suono caratteristico della cordiera.
Montando una cordiera con 10/14 fili e magari poco spiralata si avrà un suono più scuro. Aumentando il numero dei fili, il suono sarà più brillante. Il mio consiglio è di non esagerare ne da una ne dall’altra parte.
Esistono un’infinità di cordiere particolari, come ad esempio quella con 10 fili disposti in maniera più larga. In questo caso si mantiene un suono asciutto rispetto ad una 10 fili standard pur mantenendo le caratteristiche sonore del tamburo.
La Puresound produce cordiere con dello spazio vuoto al centro utili per ridurre il fruscio caratteristico quando si suonano gli altri pezzi della batteria.
Ovviamente a parità di numero, spiralatura e materiali, differenti marche potrebbero suonare in maniera diversa. Non ci resta che provare.
Il montaggio della cordiera dipende dal tendicordiera che viene utilizzato. In generale, si monta la pelle risonante, la si accorda e poi si procede con la cordiera.
Il processo è ovvio, si monta la cordiera lasciandola con una tensione bassa, poi si suona il rullante e si continua a tirarla piano piano (es. un quarto di giro per volta) fino a quando non si raggiunge un suono che sia un giusto mix tra risposta e sensibilità, a seconda del genere e del nostro “tocco”.
Il suono passerà dall’essere blando ad essere molto secco ed a seconda del genere e del tuo gusto, ti fermerai nel momento che riterrai opportuno.
Una cordiera molto tesa sarà buona per chi suona molto forte, ma perderà il suo caratteristico fruscio ed un po’ di sensibilità quando si suonano le ghost-notes.
Se successivamente suonando i tom o il timpano senti la cordiera che emette un po’ di fruscio, il mio consiglio è di non usare fazzoletti o altri modi per stopparla del tutto. Un po’ di cordiera si deve sentire e durante i live non darà nessun fastidio. Se il rumore non è esagerato, non darà fastidio neanche in fase di registrazione.
Considera che a volte il fruscio (quello fastidioso) è una questione di risonanza, molto spesso con il primo tom. Ridurre il fruscio può significare quindi agire o direttamente sul rullante o sul primo tom.
Ognuno è libero di fare le sue scelte ma io non agirei sul rullante, non andrei a modificare un tamburo che sarà uno degli “attori principali” della serata. Quindi niente foglio di carta tra la cordiera e la pelle battente, niente nastro adesivo o rimedi simili.
Regola la cordiera come ti piace di più, poi vai a modificare l’accordatura del tom per cercare di cambiare la sua frequenza in modo che non interferisca con la cordiera.
Quando si monta una cordiera (ma vale anche per altri pezzi come ad esempio le pelli), c’è da fare attenzione ad una serie di cose.
Nonostante oramai sono tutte prodotte in serie, alcune cordiere presentano difetti di fabbricazione come delle sbavature da saldatura che potrebbero rovinare la pelle. Spesso è facile rimediare con una limetta per evitare che ciò accada.
Se non fosse possibile limare la saldatura si può optare per una pelle risonante più spessa come la Acquarian Hi-Performance Series che è dotata di un rinforzo proprio nella parte dove si appoggia la retina.
Che domanda stupida. Si hai letto bene, ho detto stupida. Perché?
Se dovessi domandare a 10 batteristi diversi quando è che un rullante suona bene, otterresti 10 risposte diverse. Per questo motivo si vendono i più svariati tipi di rullanti, pelli, cerchi e…cordiere.
Innanzitutto c’è da capire il genere che devi suonare. E’ ovvio che un rullante molto bello in una situazione rock, non è esattamente quello che serve in una situazione jazz e viceversa.
Il rullante suona bene in funzione di molte cose come la pelle, il fusto, il cerchio, la cordiera, ma anche in funzione di cosa di suona ma soprattutto in funzione di chi lo suona. Sembra una banalità ma non lo è. Non concentrarti in maniera maniacale sul numero di fili della retina, ma per iniziare, se non sai dove orientarti, scegline una standard.
Da li puoi fare tutte le regolazioni che desideri e le prove che vuoi. Smontarla e rimontarla spesso non crea danni al rullante ed anzi ti farà acquisire esperienza, così come provare differenti tipi di pelli e di bacchette.
Il consiglio come sempre è quello di fare delle prove e giudicare te stesso con le tue orecchie.
Spero comunque che questa panoramica ti sia stata utile e ti abbia aiutato a chiarire qualche aspetto.
Se vuoi aggiungere o correggere qualsiasi cosa, se hai suggerimenti, esperienze che possano completare l’articolo, o qualcosa che credi sia sbagliato, ti invito a segnalarmelo nei commenti.
Grazie mille,
a presto.
Fabio.
Inserisci la tua email e scarica gratuitamente il PDF con 10 semplici esercizi per sviluppare la mano debole.
Ti è piaciuto questo post? Clicca qui sotto e condividilo sui tuoi social, oppure lasciami un messaggio.
E’ la cosa migliore che puoi fare per dirmi grazie!
Ciao, sono Fabio Portinari e sono il fondatore e motore di Impara la Batteria, uno dei blog sulla batteria più seguiti d’Italia con oltre 5.000 lettori ogni mese.
Suono da quasi 30 anni e fin da giovanissimo ho avuto una grande passione per la batteria e tutti gli aspetti che la riguardano.
Studio, suono, insegno e mi piace scrivere parlando di un mondo che mi affascina molto nella sua interezza, non solamente degli aspetti tecnici.
Benvenuto.
Grazie per le spiegazioni, te sei un grande
Grazie a te Massimo!
Fabio
mi è sembrata una spiegazione pulita, essenziale, senza fronzoli, molto esaustiva, mi ha fatto venire la voglia di smotare i miei rullanti e rimontarli….grazie
Grazie a te Roberto.
Fabio.