In questa sezione facciamo una breve storia della batteria dalle sue prime apparizioni alle concezioni più moderne, considerando che i singoli tamburi hanno un origine ben più antica, così come i piatti più rudimentali.
L’invenzione della batteria viene dai più indicata con l’introduzione del pedale per la cassa brevettato e messo in commercio dai fratelli Ludwig nel 1909, grazie al quale un’unica persona poteva in questo modo gestire più “tamburi”. Prima di allora infatti la batteria non era concepita come uno strumento unico, ma molte persone che suonavano ognuna un pezzo diverso, solitamente nelle esibizioni bandistiche per accompagnare i funerali, chi la gran cassa, chi il rullante, chi i piatti e chi alcune percussioni.
“prima che Ludwig introdusse il pedale per la cassa, non era possibile
che una persona gestisse contemporaneamente più tamburi”
Questa necessità di far convergere tutti questi strumenti in un’unica persona era data soprattutto da motivi di spazio. Fino a quel punto le esibizioni avvenivano prevalentemente in strada con grandi orchestre, mentre ad un certo punto si è preferito organizzare concerti al chiuso, dentro i locali e quindi riuscire a risparmiare spazio consentendo ad un’unica persona di gestire questi strumenti è diventata un’ottima soluzione.
La storia della batteria è iniziata con il primo accoppiamento fu tra la cassa ed il rullante, ai quali vennero aggiunti i piatti, con lo scopo di creare dei suoni acuti che si sovrapponessero al suono grave dei tamburi. In seguito la multietnicità americana diede il suo fondamentale contributo, infatti ogni etnia aveva una sua versione della batteria, così i cinesi utilizzavano dei tamburi di piccolo diametro che poi divennero i toms, i turchi perfezionarono la lavorazione delle leghe nei piatti, inventando quelli che sono gli attuali piatti, con le loro caratteristiche di resistenza e sonorità.
“Kick” perché le prime casse venivano prese a calci
Abbiamo detto dell’invenzione del pedale per la cassa, che fu una rivoluzione in questo ambito. C’è da dire però che originariamente la cassa veniva suonata semplicemente dando dei calci, ed è da qui infatti che deriva il suo nome in inglese kick-drum (tamburo a calcio).
Con il passare degli anni, l’evoluzione dello strumento era di pari passo con l’evoluzione degli stili e dei generi musicali. A partire dagli anni ’30 le esigenze dei primi ensemble musicali e dei musicisti jazz condizionarono molto l’evoluzione della batteria, ed un ruolo fondamentale fu giocato come già detto dalla fusione di diverse culture. Si iniziarono quindi ad avere delle esigenze sonore fino ad allora sconosciute come ad esempio le membrane sui toms, fino ad allora fisse, vennero sostituite con i tiranti per permettere la regolazione dell’intonazione a seconda delle esigenze.
“in Italia la batteria compare negli anni ’30”
Nacquero le prime collaborazioni tra i più grandi esponenti musicali dell’epoca e le case produttrici. E’ infatti nel 1936 che Buddy Rich divenne il primo endorser della Slingerland.
In Italia la storia della batteria è un po’ diversa ovviamente ed inizia quando lo strumento fa le sue prime apparizioni proprio negli anni ’30, grazie all’eco dei grandi batteristi, oltre al già citato Buddy Rich c’era anche il grandissimo Gene Krupa e quindi la batteria viene ufficialmente riconosciuta anche in Italia come strumento singolo, indispensabile nella musica commerciale e degno di studi accademici.
Negli anni ’40 il diametro della cassa diminuì ed aumentò la sua profondità andando incontro alle necessità sonore dell’epoca.
Durante la seconda guerra mondiale, il governo statunitense pose dei limiti per quanto riguarda l’impiego di metalli come ottone e acciaio su materie non essenziali. Molte case produttrici si trovarono quindi a doversi adattare costruendo i cerchi con materiali come noce e palissandro.
Negli anni ’50 l’uso dei piatti diventò di primaria importanza, si diffuse infatti il moderno uso del piatto a pedale (hi-hat o charleston). Le pelli, fino ad allora fatte di tessuto animale, vennero rivoluzionate grazie ad un ragazzo, figlio di immigrati italiani, Remo Belli che brevettò la prima pelle sintetica in Mylar, una pellicola in poliestere sviluppata per scopi militari, ma poi gradualmente adattata per uso civile. Il lancio di queste pelli e la conseguente campagna pubblicitaria furono grandiose per l’epoca. Per convincere anche i più scettici Belli realizzò una pelle molto grande, cosa che con le pelli animali era naturalmente impossibile. Fu subito un successo e nacque la Remo. L’innovazione di Remo Belli ha cambiato per sempre la storia della batteria e le industrie produttrici iniziarono così a fabbricare batterie in serie, accessoriate allo stesso modo, condizionando in questo modo chiunque si avvicinava a questo strumento.
Da li in poi è stato tutto un crescendo di ricerca tecnologica e marketing, nasceva l’accordatura diversificata, la ricerca sui legni, sulle leghe dei piatti. Nascevano le pelli risonanti e l’hardware avanzato, le finiture migliorarono e cominciarono a farsi influenzare dalle mode.
Era nata la batteria moderna.
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Bello hravo
grazie molto utile