Ringo Starr è o non è un grande batterista?

È uno dei migliori batteristi che siano mai esistiti o è ricordato solo perché parte di una delle più grandi band della storia?

Ringo Starr live con i Beatles
Ringo Starr live con i Beatles

Che cosa ha portato Ringo Starr al mondo della batteria?

Ma quanto era bravo davvero Ringo Starr?

Queste sono solo alcune delle molte domande che sento sempre a proposito di Ringo Starr, batterista storico dei Beatles nonché uno dei musicisti più discussi di sempre.

Il mondo della batteria è un mondo molto strano, in cui il modo di giudicare un batterista è molto molto soggettivo e quelli che per alcuni sono delle caratteristiche imprescindibili, per altri sono dettagli trascurabili.

Ma entriamo nel dettaglio.

Chi è Ringo Starr?

Richard Starkey (in arte Ringo Starr) nasce nel 1940 in Inghilterra e vive un’infanzia piuttosto complicata a causa di diverse complicazioni di salute. Proprio per far ritrovare al piccolo Richard un po’ di serenità, quando ha 13 anni il compagno della madre gli compra una batteria.

Beatles in concerto

Ringo si appassiona ed inizia la sua carriera di batterista con diverse band di Liverpool.

Entra nei Beatles nel 1962, in sostituzione di Pete Best e nonostante una prima registrazione non entusiasmante, rimarrà fino alla fine il loro batterista.

Soprannominato il Beatle triste, Ringo Starr proseguirà anche successivamente la sua carriera, intraprendendo una lunghissima carriera solista con 20 album all’attivo ed un posto di diritto nella hall of fame dei più grandi batteristi di sempre.

Ringo Starr è bravo?

Molti si sorprendono nel vedere Ringo Starr nella lista dei più grandi batteristi della storia e proprio non capiscono come alcuni di essi possano avere proprio Ringo come fonte di ispirazione.

Chiariamo un concetto fondamentale:

Cosa rende un batterista, un grande batterista?

Ringo Starr oggi
Ringo Starr oggi

La domanda è fondamentale in questo contesto. Credete che un grande batterista sia solo colui che possiede una tecnica eccezionale, virtuosa? O credete che un grande batterista sia colui che riesce a mettersi al servizio della canzone e riesce a trarre le migliori soluzioni ritmiche?

Ovviamente la soluzione ideale sarebbe un mix di queste due caratteristiche, ma riuscire ad entrare nel sound della propria band e riuscire a trovare le soluzioni migliori per ogni canzone è quello che fa di un musicista, un grande musicista.

Fantasia

Pensate all’intro di Come Together, GENIALE!

Due casse + Charleston + Tom.

Un intro pazzesco, riconoscibilissimo, semplice, di una fantasia unica ed è senza dubbio la migliore soluzione che si potesse trovare.

Stile

Il suo stile è unico. Il sound di Ringo Starr, il suo modo di suonare il charleston che raramente si vede in altri batteristi lo fa assomigliare ad un tennista, con quel movimento “avanti e indietro” efficacissimo nei suoi grooves. Cercatevi un live dei Beatles ed osservatelo bene, difficilmente lo si vede suonare il charleston con un movimento dritto del polso, ma ha questo particolare che lo rende unico e che enfatizza il sound, creando un suono composto da due colpi che suonano diversi tra loro.

Il risultato è un efficace sound, forse un po’ meno preciso ma tutt’altro che piatto.

Nel video che ho postato sotto si vede molto bene questo modo particolare di suonare:

Ringo ha poi portato nei Beatles molto rock’n’roll, forse è colui che ne ha portato di più. I suoi groove a me ricordano spesso Charles Connor, storico batterista di Little Richards (famoso per aver ispirato l’intro di “Rock and Roll” dei Led Zeppelin), soprattutto in canzoni come “All my loving” con quel bellissimo shuffle.

Poi l’uso abbondante dei toms e le sue soluzioni ritmiche sono di una fantasia unica.

Ringo Starr in studio di registrazione

Quando pensiamo ai Beatles che registrano un disco pensiamo subito ai leggendari studi di Abbey Road a Londra, pensiamo a loro che attraversano la strada sulle strisce pedonali poco lontane, ai capolavori di Lennon e Mc Cartney, ma mai pensiamo a quello che Ringo Starr portava all’interno di quei dischi.

Ringo Starr è il padre della batteria moderna

Entriamo nel cuore della discussione, Ringo Starr ha dato un contributo fondamentale al sound dei successivi 50 anni. Non ci piove.

In un periodo in cui le accordature erano molto acute a causa della grande influenza del jazz, Ringo è stato il primo ad allentare un po’ i toms e ad usare sordinature cone fazzoletti, ecc.. per avere un suono più caldo e più fermo. Lo stesso vale per la grancassa.

Ringo Starr negli studi di Abbey Road
Ringo Starr agli studi Abbey Road

Insieme ai tecnici di Abbey Road, Ringo ha sperimentato numerose tecniche di ripresa ed ha iniziato a microfonare la batteria stravolgendo tutti i dogmi dell’epoca, spalancando la strada alla microfonatura come oggi tutti noi la conosciamo e la facciamo, incentrata cioè sui singoli pezzi piuttosto che solamente di microfoni ambiente, con il risultato di un suono più preciso e più riconoscibile.

La svolta non è stata tanto quella di spostare dei microfoni, quanto quella di sdoganare un certo modo di percepire la batteria, di portarla cioè ad un livello superiore, accrescendo l’importanza che da li in avanti avrà all’interno del mix.

Ringo era un fanatico delle accordature, potete sentire batterie diverse in ogni canzone, charleston sostituiti dal tamburello e colpi di cassa con diverse dinamiche danno al suo sound un incredibile respiro, e danno quello che a mio parere è il contributo più sottovalutato alle canzoni dei Beatles.

Un contributo fondamentale.

Ringo Starr live con i Beatles
La Ludwig Black Oyster Pearl

Altra curiosità che mi piace ricordare di Ringo Starr è quella diventata celebre nella famosa apparizione all’Ed Sullivan show nel 1964.

Ringo Starr si presenta con una bellissima Ludwig Oyster Black con scritti il logo della band e Ludwig nella parte superiore.

Vi risparmio la storia che potete trovare in uno dei mille video su Youtube, ma vi dico che è stata la prima volta che un batterista suonava in un evento così importante con il logo del produttore della batteria sulla cassa e che dopo quella apparizione Ludwig fu sommersa di ordini e dovette ampliare i magazzini e moltiplicare la produzione a causa dei numerosissimi ordini ricevuti. Insomma, la Ludwig è diventata la Ludwig!

Quindi se tutti oggi fanno sfoggio della marca della batteria sulla grancassa, beh….Ringo Starr è arrivato primo anche qui!

Ha ispirato generazioni di grandi batteristi

In occasione dell’ingresso di Ringo nella Hall of Fame, nel 2015, molti batteristi hanno parlato del loro rapporto con il drumming di Ringo Starr e delle influenze ed ispirazioni ricevute.

Ringo Starr alla Hall of Fame nel 2015
Ringo Starr alla Hall of fame

“Usa i piatti in modo estremamente creativo ed usava i tom come parte della composizione della canzone” – Stewart Copeland

“Ringo è uno stile, il ritmo di uno che si è appena alzato dal letto o che sta cadendo per le scale” – Taylor Hawkins

Ma ce ne sono moltissimi, da Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers a Tre Cool dei Green Day, Questlove, Max Weinberg, e moltissimi altri.

Conclusione

Ma quindi Ringo Starr è un grande batterista?

Mettere Ringo Starr accanto a John Bonham, Neil Pert, Ginger Baker, Keith Moon, Ian Paice, ecc…non è assolutamente una cosa inappropriata. Ringo alla stessa stregua dei batteristi sopracitati ha dato un contributo enorme ad una della band più famose di tutti i tempi, trovando delle soluzioni ritmiche degne dei grandi musicisti, innovando la batteria come pochi altri e portando questo strumento ad un livello che molti altri “virtuosi” non hanno neanche sfiorato.

Il non avere una tecnica super a mio parere non è assolutamente un limite, anzi, pensate ad un batterista super tecnico in una band come i Beatles. Non esiste. Pensate ad un super tecnico nei Pink Floyd al posto di Nick Mason.

Non sarebbero mai stati quei Beatles e quei Pink Floyd.

Ringo Starr live

Riuscire a tirare fuori il meglio dalle canzoni, è quello che fa di un musicista, un professionista e su questo Ringo Starr era il numero uno.

Quello che mi fa davvero strano è il numero spropositato di blog, articoli, interviste dove si deve difendere un batterista come Ringo Starr.

Mi sembra una cosa incredibile.

Si osannano batteristi super tecnici per i loro rulli a 200 bpm che potrebbero essere sostituiti senza che nessuno possa accorgersene e bisogna ricordare di continuo a tutti gli “smemorati” la grandezza di un batterista che ha fatto la storia della batteria moderna con il suo stile unico.

Concludo citando Dave Grohl che parlando di Ringo Starr ha detto: “Come puoi definire il miglior batterista del mondo? Dalla tecnica, forse. O dalla capacità di entrare nella canzone, di definire il feel. Beh, se lo definiamo in questo modo, Ringo era il re dei feel”.

A presto.

Fabio

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Davide
Davide
31 Marzo 2021 19:10

Ottimo articolo. E condivido pienamente. Grazie. Davide

Giancarlo Scagnolari
31 Marzo 2021 10:48

Ringo Star non è solo un batterista ma un Artista, questa per me è la grande differenza.

carlo
carlo
19 Aprile 2022 14:40

d accordo al 100%

Carlo
Carlo
30 Marzo 2021 12:35

Concordo senz’altro. Ringo è in assoluto il batterista più sottovalutato della storia. Molte sue soluzioni, come giustamente riporti sono in assoluto la cosa migliore da fare in quel momento. Bisognerebbe ricordarsi che la musica è arte, non sport, la tecnica deve servire a supportare il musicista per consentirgli di fare quello che ha in mente, non sostituirlo.
Ci sarebbero centinaia di esempi da portare citerò però solo questo https://www.youtube.com/watch?v=pHNbHn3i9S4 Signori, togliersi il cappello, please.

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