La domanda prima o poi se la pongono tutti i batteristi. “Vorrei un rullante in metallo, ma quale scegliere?”.
È una domanda legittima e rispondere spesso non è così facile. La scelta tra i materiali, è molto ampia ed anche i prezzi cambiano molto.
Come regolarsi? Quale prendere? Quale fa per me? Che differenza c’è tra uno e l’altro?
In questo articolo cerco di fare una breve panoramica basata sulla mia esperienza e su quelle che sono le opinioni dei batteristi con cui spesso mi ritrovo a parlare.
Partiamo dalla domanda delle domande, che poi è quella che faccio sempre, la più importante e la più logica:
Sembra una banalità, lo so, ma molto spesso (molto molto spesso), chi va in un negozio non sa che cosa sta cercando.
“Mi piacerebbe un rullante in metallo! Ho già un acero e vorrei un metallo per avere un suono diverso“
Ok. Che metallo vuoi? Che genere ci suonerai? Che tipo di suono vuoi ottenere?
È molto importante avere le risposte a queste domande ben chiare, per non rischiare di andare e comprare “quel rullante là”, solo perché “è di quella marca là”, che non ne posso più di fare la figura del principiante con il mio rullantino in Basswood…
Sbagliato. O meglio, fai come vuoi, ci mancherebbe, ma avere le idee chiare fin da subito potrebbe aiutarti a fare una scelta più giusta.
Quindi partiamo dalla base e distinguiamo i metalli in base alla loro “voce” ed al loro timbro. A grandi linee potremmo dire questo:
Dal più chiaro al più scuro quindi abbiamo: Acciaio, Ottone, Rame ed infine Alluminio.
Ti ho già detto molto solo con questo schemino, perché siamo lì, quella è la classifica, ma ci sono molti altri fattori che possono farti decidere se prenderne uno o l’altro.
Come si sono evoluti nel corso del tempo?
I rullanti in ottone sono quelli che sono stati usati per primo, seguito dall’acciaio. Non era una questione di gusti, bensì erano i materiali di più facile reperibilità, pensiamo agli anni ’30 quando non erano ancora disponibili tutte le leghe che ci sono oggi.
Quindi quando ti diranno che l’ottone è migliore perché i vecchi batteristi usavano tutti quello, la risposta è abbastanza semplice. C’era solo quello!
Nel corso degli anni (dal dopoguerra in poi) c’è stata poi una rapida evoluzione di materiali con la comparsa delle leghe, ed anche delle lavorazioni che oggi sono principalmente 4, cioè la fusione, la saldatura, lo stampo e la tiratura.
L’acciaio come detto è il più squillante, il più medio- alto, seguito subito dall’ottone.
Il rame è quello che ha la “voce” più bassa mentre l’alluminio è quello più “fermo” e di più facile gestione.
Per farvi degli esempi illustri, in modo che possiate anche fare un giro su Youtube ed ascoltarli con le vostre orecchie, l’esempio più famoso di rullante in ottone è il Ludwig Black Beauty.
Ce ne sono diverse versioni, Black perché nickelato e quindi rivestito, ma al di là delle mille variazioni, è lui l’ottone più famoso.
Rullante fermo? Suono più facile da gestire, soprattutto in studio? Ludwig Supraphonic. Ho scritto un articolo su questo rullante, leggilo QUI e vedi perché è il rullante più registrato della storia (Spoiler: L’alluminio è uno dei principali motivi).
Il rivestimento, quando c’è (Black Beauty rivestimento in Nickel o Supraphonic che è cromato) tende a chiudere un po’ il suono. Parliamo di piccolezze ma ad un orecchio attento sono cose che non sfuggono.
Non direi. Il materiale è ovviamente l’attore principale del suono, ma ci sono un’infinità di variabili che fanno variare il suono e che potrebbero confondere le acque in favore di uno o dell’altro.
Vuoi saperne di più sul leggendario Ludwig Supraphonic? Clicca qui sotto:
Ovviamente lo spessore gioca un ruolo fondamentale, mi sembra logico.
A parità di spessore quella che ho messo sopra è la “classificazione” dei suoni, ma variando lo spessore, si varia il modo in cui il fusto risuona e quindi la storia può decisamente cambiare.
Un fusto sottile ha maggiore vibrazione rispetto ad uno molto più spesso.
Gli spessori vanno da 1 mm a 3mm. Ci sono poi i pressofusi che posso arrivare fino a 5-6 mm.
Capisci che 6 mm di metallo, portano il rullante ad avere un peso notevole. La Sonor ne fa un modello in ottone pressofuso che supera i 10 Kg!
La martellatura è importante, non solo a livello estetico, anche se la differenza di suono tra uno martellato ed uno no, non è così lampante come può essere quella tra due misure diverse.
Diciamo che quando percuoto un rullante, le vibrazioni che si generano vengono trasmesse lungo il fusto, partendo dalla parte alta (dove colpisco) scendendo verso il basso.
Se il fusto è liscio, queste vibrazioni si trasmettono senza ostacoli, se invece i fusti hanno le bombature (come i Ludwig), le vibrazioni subiscono una “variazione di percorso” e la risonanza sarà diversa da quella di un fusto liscio. Allo stesso modo se ha due bombature.
È facile intuire che quindi se ho delle martellature, più o meno profonde, le vibrazioni subiranno delle deviazioni molto maggiori ed il suono sarà più compatto, un po’ più fermo rispetto ad un fusto liscio.
Non è facile rispondere a questa domanda. Innanzitutto devi sapere bene cosa stai cercando e quindi fare le tue considerazioni in base a quello scritto sopra.
Quello che posso dirti a grandi linee è che più farai una scelta votata alla versatilità (cioè vai a prendere un rullante con il quale ci puoi fare più generi) e più aumenta la difficoltà di gestione.
Cosa intendo per gestione? Intendo le mille regolazioni che dovrai fare, sordinature, attenzioni alle pelli, gestione delle risonanze, ecc…
In questo senso l’acciaio è il materiale più complicato da gestire, nel senso che raggiungendo frequenze alte è quello che necessita di più attenzione. È un po’ un “difetto” dei rullanti che sono più versatili, ci puoi fare più cose ma bisogna avere molta dimestichezza nel fare le giuste regolazioni per farlo suonare come merita.
Lungi da me dal consigliarti un rullante in metallo invece che un altro.
Premetto che parlo quindi per esperienza personale e premetto anche che la cosa ottimale sarebbe avere una vasta scelta e scegliere quello giusto per ogni occasione.
Ma si sa, famiglia, pandemie, casse integrazioni, la casa, ecc.. ed i soldi per comprare 3-4 rullanti non ce ne sono. Soprattutto se non siamo professionisti e facciamo poche date, non ha senso avere un arsenale di tamburi.
Hai problemi con il fruscio della cordiera? C’è un post che parla esclusivamente della cordiera. Clicca QUI sotto:
Quindi il rame è un’ottima via di mezzo, sufficientemente versatile e non troppo difficile da gestire (regolare). Anche il bronzo è così, ma io possiedo un rame con il quale ci faccio quasi tutto. Sto un pochino più attento nella regolazione e mi da sempre grandi soddisfazioni anche in studio.
Non preoccupatevene troppo, se fate un bel lavoro di setting, potrete ottenere un ottimo suono con qualsiasi metallo, anche con i più difficili, ovviamente mantenendo le proprie caratteristiche.
In conclusione, io credo che non esistono quindi rullanti belli o brutti (a parte qualche eccezione), ma ognuno ha la sua voce, la sua caratteristica e ce ne sono di più o meno versatili.
Avere un paio di legni ed un paio di metalli sarebbe il massimo, in modo da poter scegliere di volta in volta quale usare. Ma andiamo, quanti di voi hanno una così densa attività in studio e live da giustificare questi numeri? Pochi. E vi garantisco che più si diventa professionisti e più si semplifica. Che c’entra, la collezione ce l’hanno anche (e sopratutto) i professionisti, ma quando si tratta di scegliere, sono tutti indecisi tra quei pochi rullanti che non tradiscono mai.
Non farti accecare dalla marca o dal fatto che “quel batterista la” ha “quel rullante la”. Fai le tue considerazioni e soprattutto ascolta con le tue orecchie. Quindi mettiti in auto, vai in negozio e provali. Con calma, ma provali TU.
Ne vuoi solo uno con cui fare tutto? Prendi un rame, se ne trovano di diverse marche a prezzi molto buoni.
Vuoi avere un bellissimo rullante in metallo da usare in studio senza problemi? Prenditi un Supraphonic ma preparati ad aprire il portafogli.
Vuoi un rullante con un suono molto aperto, molto rock? Prenditi un alluminio e lascialo suonare senza metterci troppe cose sopra.
Dai, a grandi linee ci siamo.
Spero che questa guida ti sia stata utile e ti abbia aiutato a saperne un po’ di più.
Se è così, fammelo sapere nei commenti o condividila nei tuoi social, è il miglior grazie che puoi dirmi.
A presto.
Fabio.
Ti è piaciuto questo post? Clicca qui sotto e condividilo sui tuoi social.
E’ la cosa migliore che puoi fare per dirmi grazie!
Ciao, sono Fabio Portinari e sono il fondatore e motore di Impara la Batteria, uno dei blog sulla batteria più seguiti d’Italia con circa 10.000 lettori ogni mese.
Suono da quasi 30 anni e fin da giovanissimo ho avuto una grande passione per la batteria e tutti gli aspetti che la riguardano.
Studio, suono, insegno e mi piace scrivere parlando di un mondo che mi affascina molto nella sua interezza, non solamente degli aspetti tecnici.
Benvenuto.
Inserisci la tua email e scarica gratuitamente il PDF con 10 semplici esercizi per sviluppare la mano debole.
Grazie Fabio, articolo esaustivo. Non se ne trovano molti così chiari.
Ciao