Ci capita spesso di leggere parole alle quali siamo abituati a dare un senso che in realtà non è proprio quello corretto.
“Economico” e “costoso” ne sono un esempio.
Immaginate un amico che vi dice: “Ho comprato un telefono economico”. La prima cosa che vi viene in mente è “sarà un telefono che non vale niente“, niente a che vedere con il vostro top di gamma appena uscito.
Ma è sempre così? E siete sicuri che siete voi quelli che hanno fatto la scelta giusta?
Attenzione perché per quanto riguarda la tecnologia oggi sempre più spesso “economico” vuol dire semplicemente che mancano alcune funzionalità o che il processo di lavorazione potrebbe essere stato ottimizzato in modo da ridurre i costi. La nostra bravura deve essere proprio in questo momento, quando prima di acquistare dovremmo fermarci un attimo e pensare.
Le domande che dobbiamo porci prima di effettuare un acquisto sono diverse, ma le due principali secondo me sono le seguenti:
Vale per tutto, da una batteria ad una moto, da una fotocamera ad uno smartphone, dalla nuova TV ad un’automobile.
Prima di fare qualsiasi acquisto dobbiamo capire quale è il nostro budget. Il budget ci obbliga a rimanere in un certo range di scelta ed a meno che non si abbia una disponibilità economica molto elevata, già questa cosa ci restringe il campo.
Il tuo budget è appena sufficiente per comprare la batteria più economica? Allora la scelta è fatta.
Hai a disposizione una cifra che ti fa scegliere? Ottimo, passiamo alla domanda successiva.
Domanda di fondamentale importanza. Probabilmente la più difficile da rispondere onestamente.
Dò per scontato che sai quale genere stai suonando e sei orientato su una serie di batterie di quel tipo (misure jazz per chi fa jazz, power per chi fa hard-rock, ecc…).
C’è però qualcosa di intrinseco in noi che fa fatica ad accettare che per quello che ci facciamo in fondo ci basterebbe anche comprare un prodotto di fascia bassa.
Orgoglio? Curiosità? Vanità? Nell’epoca dei social, l’importanza di presentarsi a suonare al pub con una bella batteria serie top di un brand famoso è quasi una droga.
Ma non è detto che poi è quello di cui abbiamo musicalmente bisogno.
Capire quante volte si suona ogni settimana, quanti concerti facciamo in un anno, quali sono le location solite (grandezza, capienza), avere chiaro quanto spesso la batteria verrà microfonata e quando invece suonerete in un locale talmente piccolo che dovrete ingegnarvi per ridurre il volume, sono solamene alcune delle domande alle quali dovrete pensare. E sono le più gentili.
Se vogliamo essere un po’ più cattivelli (realisti?) io metterei anche: Sapete accordare una batteria? Sapete scegliere le pelli giuste? Se c’è bisogno di sordinare, sapete come regolarvi o stoppate tutto indistintamente? Il vostro drumming (tocco, groove) valorizza una batteria o avete ancora un tocco da principianti?
Domande importanti alle quali rispondersi onestamente equivale a fare la scelta più corretta.
Voglio dire: “Vuoi davvero fare anni di rate per una Ferrari, se hai preso la patente l’altro ieri?” È quello che ti serve ora?
Ma prima di rispondere definitivamente, cerchiamo di capire di più.
Ovviamente ci sono legni che costano molto di più, per disponibilità, trasporto (un conto per la Sonor sarà produrre con del faggio reperibile in Germania ed un conto sarà importare l’acero dal Canada, e le Sonor in faggio sono delle ottime batterie), per difficoltà di coltivazione e per difficoltà di lavorazione.
La lavorazione del legno ha un costo. Ci sono legni africani che sono molto “duri” e difficili da lavorare. Ci vuole più tempo e più attenzione ed il prezzo quindi sarà maggiore.
Anche la lavorazione delle finiture ha un costo, le finiture satinate hanno un costo che può essere diverso da quelle laccate o da quelle dove vengono applicati i wrap (vengono ricoperte).
La possibilità di customizzare la batteria è un extra che si paga, spesso salatamente.
Mi spiego.
Se scegliete una serie dove avete la possibilità di scegliere quali misure comprare, quale diametro, quale profondità, colore, finitura, sapete già che state andando incontro ad un costo maggiorato.
Ci sarà qualcuno che riceverà il vostro ordine e si metterà a costruire una batteria esattamente nel modo in cui voi l’avete scelta. Questo si paga.
Volete mettere con lo scegliere una batteria che è già stata costruita, assemblata in 3 o 4 diverse configurazioni e colori e già stoccata? È quello che succede con quasi tutti i brand.
Gli Shell Pack abbattono i costi
Voci autorevoli dicono che l’unica differenza tra le Collector’s e le Performance sia questa e cioè che le batterie della seconda serie sono state già prodotte ed assemblate. Pronte per la spedizione e solo da scegliere. Questo abbatte i prezzi.
Ovviamente c’è una grande discussione a riguardo, dove chi ha acquistato la Performance opta per questa motivazione, mentre chi ha comprato la Collector dice che in realtà le differenze sono molto maggiori e molto più incisive.
Personalmente le ho suonate entrambe più di una volta sia live che in studio (pur non essendo possessore di DW) e sono tendente verso la seconda ipotesi. Ma la mia opinione è ovviamente opinabile e bisognerebbe avere conferme dalla casa madre.
Se parliamo di marketing, si apre un mondo gigantesco. Vi sorprenderebbe sapere quanta influenza ha il marketing nel costo della vostra batteria (come del resto nel costo di qualsiasi cosa che acquisiamo).
Soldi per la pubblicità, soldi per gli endorser, sono tutti ricaricati sull’acquirente finale e sono costi che le aziende reputano (giustamente) fondamentali. Puoi fare la migliore batteria del mondo, ma se nessuno lo sa non ne venderai neanche una!
Pensate alle artigianali. Ce ne sono alcune che non hanno niente da invidiare alle top mondiali come suono, ma hanno meno appeal, non riescono a venderle e quei pochi che le comprano, poi devono tenerle per tutta la vita perché è molto difficile rivenderle.
La pubblicità muove il mondo, è quella cosa che ci fa mettere il logo sulla cassa senza che nessuno ci paghi. Che ci fa fare i selfie avanti ai nostri piatti con il marchio in primo piano senza che nessuno ce lo chieda.
Pensaci quando andrai a comprare la prossima batteria. La sto comprando perché mi piace avere quel modello o perché è davvero quella più adatta alle mie esigenze, con il miglior suono (secondo me) e con il miglior rapporto qualità/prezzo?
La distribuzione è una parte importante dei costi. Immagina di poterla comprare direttamente dalla fabbrica. Dal produttore al consumatore. Costerebbe meno, come tutte le cose. Invece come minimo ci sono i costi per chi gestisce le vendite e la logistica, per il distributore, per chi le propone e per il negozio che le vende.
Ultimamente la Pearl Music Europe ha lasciato il distributore italiano, che era la FBT per gestire direttamente la vendita ai negozi italiani.
La motivazione? “Così abbattiamo i costi e diventiamo più competitivi” hanno detto. Che sia o meno la reale motivazione, ci può stare, perché anche quelli sono costi importanti.
La FBT persa la Pearl ha preso la Drum Sound, notissimo marchio torinese che ha spostato così la produzione a Recanati (MC). Ma questo è un altro discorso.
Ovviamente non è tutto, costi delle materie prime, forza commerciale nel loro acquisto, aziende terze, produzioni delocalizzate in zone con basso costo della manodopera, logiche di mercato che variano di continuo ed ancora altro fanno variare il costo di una batteria invece rispetto ad un’altra.
L’ho accennato poco fa. Comprarsi una batteria artigianale è un passo molto importante per un batterista.
Significa innanzitutto scegliere tutto quello che vuoi scegliere, misure, finiture, meccaniche, legni, con tutto quello che ne deriva. Bisogna avere una buona conoscenza di tutti questi aspetti per poter fare una scelta consapevole.
Il prezzo sarà più alto, per i motivi detti sopra ma anche per la cura con la quale la batteria verrà fatta.
Ne ho viste molte, spesso di aziende che non hanno avuto molta fortuna, ma una cosa che spesso le accomuna è che sono dei piccoli capolavori, per cura dei dettagli, per suono. Sono uno spettacolo.
Paghi di più ma hai una batteria che è un pezzo unico al mondo. Il TUO pezzo unico.
Le batterie dei brand famosi vengono fatte in serie. Come dire, non proprio in linea di montaggio, ma comunque prodotte secondo uno standard aziendale che viene seguito dagli operatori per produrre tutte le batterie.
L’argomento sarà oggetto molto presto di un post dedicato, e necessità di approfondimenti maggiori, ma per il momento è importante capire che il marchio famoso abbassa i costi di acquisto delle materie prime e di produzione, ma alza quelli di marketing e distribuzione. Il piccolo produttore viceversa compra e lavora a prezzi maggiori, ma abbatte il resto facendo una vendita diretta.
Ci sono poi batterie di marchi famosi a dei prezzi davvero molto concorrenziali.
Io ho di recente acquistato una batteria di un notissimo brand, in acero, rifinita molto bene, con cassa + 2 tom + 2 timpani ex-demo a circa 800€ in un noto negozio del centro Italia. Non moltissimo se considerate quello che c’è in giro ed i prezzi che si vedono.
Perché costa così poco? Io ovviamente me lo sono chiesto.
Come accennato prima, i grandi brand sono riusciti nel tempo a sviluppare diversi livelli di lavorazione che consentono loro di coprire tutte (o quantomeno molte) fasce di prezzo dove sono collocati anche i loro competitor.
Il top di gamma è il top di gamma, quindi massima attenzione costruttiva, nei materiali, nella lavorazione e posizionamento strategico sul mercato studiato per chi ha esigenze di quel tipo. Poco da dire, tutti i top di gamma sono dei gioielli. Che poi vi piaccia una marca anziché un altra ci sta, ma sono tutti ottimi strumenti.
Scendendo la casa produttrice risparmia sempre su qualcosa e riesce a collocarsi in una fascia di prezzo ben studiata. Come fa?
Innanzitutto crea i cosiddetti “Shell pack” cioè soluzioni create in fase di produzione, con poche customizzazioni, spesso 3, massimi 4 soluzioni tra le quali scegliere. Il cliente non sceglie tutto ed i costi scendono.
Altra soluzione famosa (purtroppo) anche per altri prodotti è lo spostamento della produzione in un paese dove la manodopera costa poco. Messico o sud-est asiatico, molte linee vengono spostate ed i prezzi di produzione crollano. I brand assicurano che la differenza è solo quella e che la batteria rimane comunque di ottima qualità.
Altra soluzione è legata alla scelta dei materiali. Difficile che lo ammettano ma esiste anche questo aspetto. Legni non pregiatissimi, seconde scelte, legni che sono buoni ma hanno difetti estetici vengono scelti ed usati per fare delle serie “wrappate” che non hanno bisogno di finiture particolari ed i costi si abbassano.
Meccaniche più economiche, scontistiche legate a cambi di serie, fine serie, a produzioni numericamente troppo “ottimiste” possono essere altre ragioni.
I brand sanno che ogni fascia ha la sua clientela e sceglie accuratamente gli endorser in base anche ai potenziali acquirenti di quelle batterie. Anche questo ha un costo, ma come già detto sulla marketing non si risparmia.
Qui il discorso si fa spinoso.
Sicuramente si se guardiamo i fattori oggettivi (costi di produzione, di acquisto,ecc…).
Se parliamo invece del fatto che il prezzo in generale sia o non sia in linea con quello che realmente vale la batteria, allora diventa tutto un po’ più complesso e dare un giudizio su questo aspetto non è facile.
Alcune correnti di pensiero dicono che a parità di caratteristiche alcuni brand fanno pagare di più per una questione di prestigio. Forse è vero. O forse no.
Avete mai sentito una discussione tra chi preferisce Apple a chi preferisce PC Windows? Ecco, qui la storia è molto simile.
Che abbia inizio l’infinita discussione.
Ci sono molte persone che fanno una scelta particolare e cioè se ne fregano di avere questa o quella serie, ma ne provano diverse, e prendono quella che suona meglio nel range di prezzo che hanno a disposizione, poi lavorano per ottimizzare il suono.
Pelli giuste, sordinature corrette, moongel, microfonatura, accessori vari e se il lavoro è fatto bene sarà molto difficile distinguerla da una batteria di fascia superiore, se non da un orecchio molto esperto.
È la soluzione migliore per chi non ha un elevatissimo budget ma sa il fatto suo in termini di batterie. Si risparmia qualcosa che si può investire in piatti per esempio e si ha comunque un ottimo suono, perfetto per le proprie caratteristiche e perfetto anche per la sala di registrazione.
Ovviamente se ne fregano di avere questo e quel brand da mostrare agli altri, ma badano al sodo.
Cosa devo farci? Quanti soldi ho? Cosa offre il mercato? Posso con questo strumento avere le caratteristiche che cerco? Se la risposta è si, allora in barba al brand, la scelta è fatta.
Verrebbe da dire che bisognerebbe comprare sempre una batteria di “media” fascia e con un po’ di accorgimenti farla suonare come una pro. Spesso si, ma non sempre.
È fondamentale capire cosa ci serve. Parte tutto da qui.
Ma non è facile essere onesti con se stessi, i fattori che influenzano una scelta sono molti e non tutti facilmente controllabili.
Cercate una batteria per tutta la vita? Allora fate una scelta. Cercate una batteria per un determinato tour o per un particolare progetto musicale o solo per la sala prove? Allora ne farete un’altra.
Certi accorgimenti, customizzazioni, dettagli si pagano ed anche profumatamente. Come per tutto.
Ci sono poi cose che sono oggettive. Il vintage è vintage e hai voglia e replicarlo. Se cerchi una batteria Ludwig anni ’60, vai a cercare in quella direzione, non hai alternative.
Il piacere inoltre di averne una più costosa e del brand preferito è importante e da non sminuire. È facile da deridere ma anche quello ha la sua importanza.
Sento molti miei allievi dire: “Mi piace quella serie top, non sarò un fenomeno, ma mi faccio il culo al lavoro tutto il mese e se voglio regalarmi una batteria da 5.000€ lo faccio. Non mi rompere con tutte queste storie”
Anche loro hanno ragione.
Se vi va di ragionarci, pensateci ed informatevi, se invece avete già deciso, qualsiasi sia il motivo, godetevela e suonatela alla grande. Spero solo che queste informazioni vi abbiano dato quello che gli americani chiamano “food for thought“.
A presto,
Fabio.
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Ottimo articolo, grazie davvero! Credo sia davvero necessario che professionisti ed esperti espongano opinioni su cose che possono sembrare banali, scontate o lasciate semplicemente al caso. Si spendono spesso moltissimi soldi quando si hanno passioni e altrettanti in modo davvero superficiale, solamente per capriccio o per scarsa conoscenza. Ho 54 anni e sono un’ autodidatta da quando ne avevo 13. Ho iniziato a picchiare pezzi di legno su fustini di detersivo (qualcuno forse sa di cosa stò parlando …) ho iniziato con l’ascolto di musica a perfezionare ciò che facevo a mio modo , e a 16 anni per scarse… Leggi il resto »
Grazie mille Nillo per aver condiviso con noi la sua storia! È stato un piacere leggerla e sono veramente contento che abbia trovato interessante l’articolo sopra. Saper cercare e trovare il proprio sound è molto importante per qualsiasi musicista, al di là della marca e del prezzo. Anche a me è capitato spesso di suonare fusti anni ’80 e ce ne sono alcuni con davvero un grandissimo suono! Suono spesso una vecchia Premier ed ogni volta mi convinco di più che in un test “bendato” darebbe 10 giri a moltissimi modelli moderni. A presto e grazie per essere passato nel… Leggi il resto »