Ne avete sentito parlare molte volte ma un po’ per pigrizia ed un po’ per paura che l’argomento fosse troppo complicato, non avete mai approfondito.
Beh, siete dei batteristi, cosa aspettate?
Iniziamo.
Wikipedia ci dice che: “Il trigger è un sensore elettronico applicato ad un tamburo o un piatto della batteria, che produce un determinato suono assegnato da una centralina chiamata modulo sonoro, una volta che la pelle è stata colpita.”
In pratica un trigger non è altro che un sensore che deve essere a contatto con la pelle, in modo che nel momento in cui essa viene colpita, il sensore invia un impulso elettrico ad una centralina. La centralina avrà tutte le caratteristiche (lo spiego in seguito) grazie alle quali verrà prodotto un suono.
I vantaggi di utilizzare i trigger sono svariati e vanno da quelli più ludici fino ad esigenze professionali, sia live che in studio di registrazione.
Molti batteristi utilizzano questa soluzione durante i concerti.
Il maggior vantaggio è che utilizzando i trigger al posto dei microfoni, non ci saranno fonti di acquisizione sonora “aperte” e cioè, specialmente in locali molto piccoli non si avrà il rischio che dentro i microfoni della batteria entrino anche i suoni degli amplificatori.
Questo ovviamente garantirà che al mixer arrivi un suono più pulito e più potente. Se non avessimo i panoramici, avremmo il suono della batteria pulito come se suonaste da soli, da mandare direttamente al mixer di sala.
I vantaggi in studio di registrazione sono molto maggiori, infatti molti professionisti utilizzano la soluzione “ibrida” microfoni + trigger.
Avere una registrazione proveniente anche dai trigger permetterà al tecnico del suono di poter mescolare il suono “naturale” catturato dai microfoni con qualsiasi suono che puoi lavorare dal segnale che arriva dai trigger. Le possibilità sono praticamente infinite.
Ci fosse bisogno di un rullante particolare per un pezzo di canzone ad esempio, in fase di registrazione si può suonare tutto come se fosse un unico rullante e poi in post si gioca inserendo un rullante artificiale e mixandolo con l’altro. Senza bisogno di sovraincisioni. Tempo risparmiato , soldi risparmiati e nessun errore di sovraincisione.
Sareste davvero sorpresi nel sapere quanti dei vostridischi preferiti hanno questo mix di suoni nelle tracce di batteria o addirittura hanno utilizzato solamente le tracce provenienti dal trigger.
Ci sono poi sempre più studi che sono piccoli, la tecnologia è sempre più alla portata di tutti e spesso vengono fatti degli studi in luoghi angusti, senza molto spazio e spesso si mettono le batterie triggerate e si registrano le tracce midi.
Ci sono poi delle librerie di suoni davvero fantastici ed assolutamente indistinguibili dai migliori suoni acustici.
Il mercato dei Trigger ha avuto una grande espansione nell’ultimo decennio. Come tutte le attrezzature elettroniche, la ricerca corre e corre veloce.
A seconda di dove il piezo viene posizionato, i trigger possono rilevare la vibrazione da due punti diversi:
Questi sensori utilizzano la tecnologia del cristallo piezoelettrico che, senza entrare troppo nei particolari, funziona così: Quando colpiamo la pelle, il cristallo piezometrico vibra e crea una piccola quantità di tensione che viene inviata al convertitore trigger-MIDI. L’interfaccia trigger trasforma questo picco di tensione in informazioni MIDI che a loro volta vengono inviate per far emettere un suono alla sorgente sonora (centralina).
Sembra difficile ma vi assicuro che è molto semplice come sistema.
I trigger montati sulla pelle vengono messi generalmente con un adesivo e rimangono li senza essere rimossi ogni volta che si smonta la batteria.
Molti professionisti utilizzano questi tipi, ma essendo permanentemente esposti, con i cavi in bella vista, ecc…sono molto fragili e bisogna farci attenzione ed averne particolare cura.
Sono i più visti, principalmente DDrum e Roland.
Queste case produttrici li sviluppano oramai da monto tempo anche grazie a tutta la ricerca e l’esperienza nel campo delle batterie elettroniche.
Questi trigger si montano sui cerchi dei tamburi e si posizionano a contatto con la pelle, regolandone l’altezza a seconda del modello di cerchi che la batteria monta e sono collegati al modulo sonoro tramite un cavo XLR.
Ultimamente sono arrivate in commercio dei kit ibridi che consentono di aggiungere al proprio drum kit sia qualche pad che qualche trigger sulla pelle, il tutto insieme al modulo sonoro. QUI puoi vedere un esempio Yamaha.
Molto utile se dal vivo avete necessità di suoni particolari e soprattutto molto divertente per sperimentare.
E si, esistono delle pelli che sono già fornite di trigger e che si possono appoggiare sopra le normali pelli, trasformando la batteria acustica in una elettronica in un attimo.
La Aquarian essendo una delle maggiori aziende produttrici di pelli, ha messo in commercio le onHEAD PED che fanno esattamente questo lavoro. in questo video potete vedere una prova.
La Pearl propone invece il kit EPAD-25, che non sono altro che delle pelli mesh triggerate da mettere al posto delle classiche pelli e che sono totalmente elettroniche. Andranno collegate poi ad un modulo sonoro. Puoi vedere QUI il video di presentazione. Il tutto è un po’ macchinoso in quanto non è che possiamo fare una sostituzione pelli al volo ma potrebbe essere un’ottima soluzione per studiare in posti dove non si può fare rumore.
Se già possiedi una batteria elettronica sei una passo avanti in quanto sicuro possessore di una centralina e quindi hai già la parte più costosa di tutto questo gioco. Ottimo.
Ovviamente le centraline possono essere cambiate e la maggior parte dei trigger sono compatibili con moltissimi moduli sonori in commercio (mi raccomando verificate prima).
Non è compito di questo post entrare in dettaglio nei moduli sonori, ma vi darò una panoramica generale delle più famose.
In generale esistono i moduli sonori che contengono già i suoni al loro interno e quelli che invece sono dei semplici convertitori trigger – MIDI.
Le centraline più famose e più vendute sono le Roland. Ce ne sono di tutti i prezzi, ovviamente se riuscite ad acquistare una TD-30 o TD-50 le funzioni che hanno sono veramente un’infinità. Avevo una vecchia TD-10 e già 20 anni fa era un modulo davvero sorprendente.
Altra opzione è la Yamaha DTX502, con oltre 1.200 suoni, 8 entrate trigger ed uscite stereo.
Anche la Alesis produce sia le centraline che i rack, e sono molto affidabili e con dei bellissimi suoni.
Potresti non aver bisogno di un modulo con dei suoni pre-installati, ma solamente di una centralina che triggeri i tuoi strumenti virtuali. La DDrum ha la DDRUM TTi che è molto famosa ed adatta a questo scopo. 10 ingressi trigger ed uscite USB e MIDI.
Se siete realmente interessati, non limitatevi a valutare queste che vi ho segnalato io, ma cercate bene anche altri marchi e modelli. Ce ne sono moltissimi anche nel mercato dell’usato. Sono oggetti di valore e molto interessanti, ma spesso chi li acquista dopo poco si stanca o non ha voglia di spenderci molto tempo, quindi li vende ed i prezzi sono interessanti.
Nonostante siano molto facili da utilizzare, per noi batteristi abituati a sederci e suonare, senza collegare nessun cavo, all’inizio può essere un po’ spiazzante e c’è da prenderci l’abitudine.
I maggiori e più comuni problemi che si possono incontrare sono le interruzioni di nota (note mancanti) e la comparsa dei doppi colpi involontari.
Mi spiego meglio. A seconda di come il trigger è stato montato o regolato può succedere che quando colpiamo il tamburo piano, il trigger non riesca a “captare” questo suono e quindi non riceva/converta il segnale con il risultato che non uscirà nessun suono.
Al contrario se si colpisce la pelle forte il trigger potrebbe tradurre il tutto in un doppio colpo, davvero fastidioso e frustrante.
Niente panico però la soluzione sarà quella di regolare i parametri nel modulo sonoro, che in inglese troverete come mask time, threshold, e sensitivity. Non ci sono regole precise a riguardo, tutto dipende da come il trigger è montato, dalla pelle e da come è tirata. Anche il vostro modo di suonare sarà determinante. Avete un tocco leggero? O siete un pestatore?
Ovviamente attutendo un po’ il tamburo è più facile attivare in maniera corretta il trigger, quindi via alle sperimentazioni e sotto con le sordine ed i nastri adesivi.
Se non avete mai avuto a che fare con i trigger e con i moduli sonori, sappiate che è un giochino estremamente divertente.
Non pensate alle soluzioni in studio o live, ma pensate a divertirvi ed a sperimentare con la moltitudine di suoni che potete creare.
Leggetevi il libretto delle istruzioni, imparate a collegare il tutto e poi sotto con le sperimentazioni. Suonate, suonate molto. È molto difficile che succeda qualcosa semplicemente sperimentando.
Fatemi sapere cosa ne pensate e le vostre esperienze.
A presto,
Fabio.
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